La magia del presepe
E arrivato ancora il tempo di "riporre il presepe".
Dopo 70 anni ancora m'incanta la costruzione del presepe; sin da bambino mi ha appassionato "costruire il villaggio". Con pazienza, posandole e spostandole per trovare loro un posto più adeguato, statuine, casette, le montagne ed i ruscelli, raccogliendo, una volta, il muschio nelle campagne e sostituito oggi dall'erba sintetica; introducendo le piccole e colorate lampadine che danno un tocco di magia con le luci colorate. In sostanza "creare la città" un luogo abitato dalle genti, la Polis.
Una "scuola empirica ed artigianale fatta in casa", un'esercizio per imparare a costruire luoghi conviviali, per dare vitalità ed energia alle comunità.
Quando era finita la scenografia e tutti i personaggi al posto loro assegnato, accadeva che una piccola mancetta imprevista permetteva di acquistare un'altra statuina, una pecorella o la capra, allora s'interveniva per modificare "il villaggio". Una vera e propria scuola di "urbanistica", respirando anche il gusto del bello sempre migliorabile, mai definito, sempre più ricercato.
Con questo che sembrava un gioco, s'interiorizzava il gusto del creare, generare e rigenerare luoghi di vita, di relazioni e convivenze, il piacere di fare qualcosa che se non per tutti era Bello, comunque era soddisfacente, un pò come la rosa del Piccolo principe: quella rosa, quella unica perché da lui coltivata, impareggiabile. Inconsciamente si acquisiva, e si acquisisce ancora oggi, il piacere di "Fare la Polis, costruire la città".
Il passaggio dal presepe alla Città che ci accoglie è un processo conseguente che diviene naturale, certo, più complesso perché richiede la condivisione di tutti, apprezzando i sogni e desideri dei Partecipanti, con i tempi necessari, senza fretta, apprezzando i suggerimenti che arricchiscono il progetto mai finito di "volare sempre più in alto.
Magari con il concorso dei papà, che possono imparare a non imporre i propri gusti ma sapendo accogliere il gusto dei bambini, che a volte scompaginano i nostri schemi mostrandoci scenari imprevisti ed intriganti; regalando loro la cosa più preziosa: il tempo, l'attenzione e disponibilità .
Ora è arrivato il tempo di riporre le statuine, le casette, le luci,...nelle loro scatole, ma non per sempre, riscoprendole al prossimo Natale, con colui che ci fa riscoprire l'origine ed il senso del Natale, rigenerare con i nostri piccoli o grandi talenti la comunità.
Buon Natale, non solo al prossimo presepe ma tutti i giorni.
Mario M.