Tempo d'incontro e contaminazioni
Venerdì 15 novembre 2024, nella basilica di santa Maria in Calvenzano la “Piccola Orchestra dei Popoli” ha presentato, ad un Pubblico che si è empaticamente coinvolto, lo Spettacolo – Orazione – Liberamente tratto da “Memoria del legno” di Paolo Rumiz e adattato da Ciro Menale.
Il testo Memoria del legno dello scrittore Paolo Rumiz, scritto dall’autore per Metamorfosi - il progetto della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti - che trasforma il legno delle barche dei migranti approdate a Lampedusa e destinate alla rottamazione in strumenti musicali.
Presentato alla Scala di Milano il 12 febbraio di quest’anno, narra la storia di una di queste barche: da albero di legno Azobè dell’Africa nera a violino costruito nel carcere di Opera a Milano. La narrazione di una lunga vita: dalla gioia di essere barca di pescato, alla tristezza di dover trasportare, come ultimo viaggio, gente disperata in cerca di futuro.
Partendo dall’evocazione dalle note di Canto del legno, brano del compositore Nicola Piovani scritto dopo la costruzione del primo violino, lo spettacolo ha unito il suono e la parola in una sola sequenza scenica, con una partitura musicale che è parte integrante della drammaturgia dello spettacolo.
Significativo il debutto di questa rappresentazione: in Calabria, a febbraio 2024 in occasione del primo anniversario del naufragio di Cutro.
A seguire, il concerto “E’ tempo d’incontro”.
Gli strumenti del mare vengono da legno abituato all’acqua e il concerto è stato come un’immaginaria navigazione che tocca le varie sponde delle culture musicali presenti in scena: dai canti tradizionali albanesi e libanesi a quelli indiani e giapponesi per arrivare alla poesia musicata di David Maria Turoldo. Un viaggio in un mare che unisce e non separa, una barca che trasporta una speranza di un noi-sola umanità.
Incontro e contaminazioni
Abbiamo scelto questo luogo, la basilica di Santa Maria in Calvenzano, proprio perché luogo e spazio d’incontri; una chiesa di origini cluniacensi, l’Ordine monacale che dal 900 si è diffuso in circa 2.000 siti europei, generando sin da allora una “rete” di relazioni fra i Popoli di quella che non era ancora Europa. Anche quello dunque, Tempo e luoghi d’INCONTRO!
L’intento dunque di questa serata, voleva coerentemente rievocare questo spirito, questa tensione all’Incontro fra Persone, Popoli, Artisti, Musicisti, Persone che cercano un riscatto per la propria vita e noi, si, anche noi “Persone normali”.
Questa arcana “magia” che si è generata non è stata figlia di una convergenza astrale ma il frutto di tante e diverse sensibilità, anche quelle dei partecipanti, più che del “pubblico”, che sono qui convenuti. Accogliamolo come un dono che ci è stato offerto e certamente solleciterà le nostre anime per ritrovare in esse i nostri luoghi d’Incontro.Ringraziamo quindi quanti hanno permesso questo evento fuori “dall’ordinario”: la Parrocchia di S. Maria in Calvenzano che ci ha ospitati, la Casa dello Spirito, che con questa rappresentazione ci suggerisce quanto impegno, pazienza, perseveranza, fiducia, lavoro e si, anche risorse, vengono investite per generare “Incontri”.
Inoltre, e non ultimi per caso, un calorosissimo grazie al Presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, Arnoldo Mosca Mondadori, che ha voluto presenziare alla serata e a tutti gli Artisti che con gli strumenti a loro assegnati, hanno saputo trasformare il lamento che sale dalle profondità dei mari, in suoni che nonostante tutto ci orientano alla bellezza.
Ma… “Quale bellezza salverà il mondo?
A rivolgere queste parole al principe Miškin, protagonista del romanzo L’Idiota – 1869 di Fedor Dostoevski è il giovane tormentato Ippolit.
La bellezza su cui il romanzo profetizza, tanto quanto ironizza, è quella che emana dall’aura tangibile "dell’uomo veramente buono" che attraversa i tumulti della storia con sovrana semplicità d’animo e inscalfibile bontà di cuore, ritratto evangelico del mite che sfida il sorriso dei cinici e la scaltrezza dei prepotenti, nel guscio di un’innocenza dal destino sempre incerto.
Una cosa è certa: chi si ispira a generare bellezza non avrà tempo per pensare a compiere il male e generare dolore!