3. Quando è stata costruita?

Fino alla campagna di restauri conclusa nel 1999 con la riconsacrazione della parrocchia di Santa Maria, si supponeva che il complesso edificato di Calvenzano fosse più antico, e questo per una ragione logica di interpretazione. Il documento del vescovo milanese Anselmo, che permette ai laici di Melegnano di donare il bene di Calvenzano alla "ecclesia" cluniacense, menziona infatti quale soggetto del lascito una chiesa che i tre (Arialdo, Lanfranco ed Atone o Ottone) "tenebant longo tempore". Cioè amministravano da lungo tempo. Poiché non si sapeva dell'esistenza delle due chiese interrate e riportate alla luce dagli scavi, si doveva per forza supporre che l'edificio esistente "da lungo tempo" fosse quello che ancora oggi in gran parte è visibile. Quindi Anselmo (III o IV) avrebbe avallato il passaggio a Cluny, ma la chiesa c'era già, piuttosto simile a quella che vediamo. Il "tempus longus" veniva poi disteso nell'ordine di qualche decennio. Ciò spiega perché in alcuni testi circoli ancora una data attorno al 1040 per porre l'inizio del cantiere costruttivo romanico (1). Ma tale ipotesi si scontra con due fatti. Innanzitutto, una datazione al 1040 circa farebbe della nostra basilica un monumento, più che romanico, preromanico. Comunque sul limite alto del romanico, con l'obbligo di spiegare perché proprio qui, a Calvenzano, si fosse messa mano a un cantiere pressochè contemporaneo a quelli delle basiliche ambrosiane di Sant'Ambrogio, San Celso e San Nazaro. La campagna archeologica degli anni Novanta ha "aggiustato le cose". La chiesa amministrata da lungo tempo è la prima delle due sotterranee: quella absidata a E, riferibile ad un arco temporale fra X e XI secolo. La chiesa nelle sue forme attuali prende avvio invece dalla zona absidale, con una concezione artistica collocata nel pieno romanico lombardo.

NOTA

1) Cfr: Guida Touring Club Italiano, Lombardia, ediz. 2000 e seguenti. Per la chiesa
di Calvenzano è indicata la possibile data del 1037.

3.1 Notizie storiche

La basilica di Santa Maria in Calvenzano a Vizzolo è, per un quasi paradosso della Storia, una delle parrocchie più... giovani dell'intera arcidiocesi di Milano.Infatti, benché l'edificio conti più di novecento anni di laterizi e colonne, la funzione e del 1999 che Carlo Maria Martini, allora arcivescovo della chiesa ambrosiana, venne a Vizzolo in Calvenzano ad officiare il solenne rito di riconsacrazione, cui seguì il titolo di parrocchia. In precedenza la chiesa principale di Vizzolo era quella del nucleo storico: la prepositura di San Pietro, che sorge al fondo dell'omonima "via della Chiesa". Una strada che conserva nella topografia e nel nome gli usi di Vizzolo antica. Un borgo più spostato a S/E di quanto oggi sia, più lontano da Melegnano.

 

   SanPietro e Paolo - Vizzolo Predabissi, particolare Cartolina anni 70 

Chiesa di San Pietro a Vizzolo Predabissi, particolare dell'affresco sulla facciata con l'immagine della basilica di Calvenzano:

 

 

a dx: la basilica di Santa Maria in Calvenzano nello stato in cui si presentava negli anni '60/'70, prima del restauro 

 

 

In realtà anche San Pietro è stata a sua volta parrocchia per un pugno di anni. Dal 1442 al 1965, quindi per ben 523 anni, Vizzolo ha infatti rappresentato una dipendenza, una rettorìa minore, delle canoniche melegnanesi. Officiata quindi da un priore melegnanese. I canonici certo non mancavano a Melegnano quando nel territorio c'erano venti chiese regolarmente aperte al culto (1). Nel Seicento, lo storico locale Cesare Amelli calcola per il "reverendissimo capitolo" melegnanese "un preposto, due canonici curati, un canonico teologo, cinque canonici ordinari più altri preti stipendiati senza contratto fisso" (2). Le motivazioni dell'"annessione" di Vizzolo a Melegnano, dal 1442 al 1965, possono essere ricondotte a vari fattori: semplificazione ecclesiastica, aumento della popolazione melegnanese, difficoltà nell'assicurare la cura d'anime a Vizzolo. Quel che è certo è che anche la chiesa di San Pietro è molto antica, e lo testimonia proprio l'elemento che manca a Calvenzano: il campanile romanico a due ordini di loggette, che nell'abbazia cluniacense non esiste più, sostituito da un discutibile intervento ottocentesco.
                                                                                                                                    Emanuele Dolcini 

 NOTE:

1) C. Amelli, La chiesa di San Giovanni, le sue forme e i suoi uomini, 1979 p.33;        2) Ibid. p.28