"Nella Letteratura italiana, quasi millenaria, a nessun intendente può sfuggire un fenomeno inconsueto: «La Mariologia ha ispirato i poeti più che la Cristologia... », da Garzo dell'Incisa primitivo a Govoni futurista, dagl'incandescenti mistici del Duecento ai marmorei esistenzialisti odierni, i rimatori, a schiere, si sono fermati dinanzi alla immagine della Madonna per deporvi, in lacrime o giubilanti, almeno una strofa.
Nella serie ininterrotta, al fianco di cantori serafici, distinguiamo spiriti scanzonati e persino maledetti, che non hanno saputo sottrarsi al fascino di questa suprema espressione di bellezza creata, unica più che rara, mirabile anello di congiunzione dell'umano col divino."
(foto delle prove)
Il programma che la Corale “Santa Cecilia” di Nosadello di Pandino (CR) ha preparato per il secondo incontro de inAgroSacrae, ha saputo restituire un sunto della tradizione sacra: dalle melodie popolari accuratamente eseguite, grazie a interessanti trascrizioni che ne arricchiscono la trama armonica, restituendo brani noti in una veste sicuramente più austera e consona al mistero mariano, via via abbiam potuto godere il passaggio dalla polifonia rinascimentale al Barocco fino alle scritture contemporanee.
Se il tempo liturgico invita tradizionalmente nel mese di maggio a concentrarsi sul mistero della Madre di Dio, è al Figlio che il programma tendeva.
Ancora una volta una serie di scommesse si sono intrecciate in questa seconda serata della rassegna di musica sacra. L'offerta di occasioni musicali e di intrattenimento del territorio era ampia, eppure un discreto pubblico ha preferito inAgroSacrae. La corale Santa Cecilia ha presentato per la prima volta un programma tutto "a cappella" per il quale ha speso passione e dedizione, anche grazie al direttore Ivan Losio che sta conducendo la corale in un percorso di apprendimento della coralità davvero notevole. Abbiamo così potuto apprezzare, oltre ai brani, un buon "suono corale", come da tempo non ascoltavamo. I dettagli che spesso fanno la differenza, le aperture e sopratutto le chiusure molto curate, così come la dinamica espressiva e l'intonazione non sono mancati. Segno che senza essere necessariamente "professionisti della musica" si può ben essere "Grandi interpreti"